Mi piace il silenzio in cucina
quando al pass
le preparazioni prendono...
forma, sapore
e colore
"Bell e buon"
Nel dialetto della mia terra “bell e buon” vuol dire “improvvisamente, all’improvviso”.
All’improvviso in casa mia tutti si resero conto che la cucina sarebbe stata la mia vita.
Me ne accorsi all’improvviso anche io, che sarebbe stato il mio sogno, una passione da seguire e coltivare.
Tutto prese una direzione precisa all’improvviso, “bell e buon”.
Ma “bello e buono” (presi così, alla lettera), sono anche i concetti che definiscono la mia idea di cucina oggi che sono un cuoco.
Bello: essenziale, con solide basi e costantemente aggiornato sulle nuove tecniche di cucina moderna.
Buono: come i sapori di una volta, quelli che ti portano indietro nel tempo.
Affinché tutto possa avere l’equilibrio giusto è fondamentale rispettare i sapori. Bisogna saperli riconoscere, valorizzarli. Sono tanti, diversissimi, e molti ancora da scoprire. Altri, quelli giusti, possono farti viaggiare nello spazio e nel tempo. Si sa, alcuni sapori ti portano a casa.
Da quelle più semplici a quelle più complesse. Le più semplici ci ricordano casa, la pasta fatta a mano, quella delle Nonne. Ci raccontano da dove veniamo. Vanno dritte alle origini della nostra passione per la cucina. Le più complesse, invece, sono quelle nate dai sacrifici e da anni di esperimenti, studio, lavoro, lontananza.
In cucina mi ricordano l’infanzia. Quando si scherzava a mischiarli tutti per vedere cosa ne venisse fuori, giocando con i colori primari e le loro combinazioni. Troppo semplici, troppo perfette. I miei colori oggi sono molto diversi, ma la voglia di nuove scoperte è ancora la stessa.